Murazzano allegati all’ordine del giorno

da | Set 14, 2013 | Progetti

 

ALLEGATO 1  proposto da Walter per la comunicazione con i soci

Vademecum WWOOF – oste – viaggiatore
Dato che le esigenze di aziende agricole e viaggiatori sono differente, propongo due vademecom diverse :
Per oste :
É basilare, che il rapporto tra oste e WWOOFer-viaggiatore non é di tipo scambio lavoro per vitto e alloggio, invece ti carattere informativo, tirroncinio e partecipazione. Solo cosi siete esonerati esonerati dal regime del lavoro e non imputabile per lavoro al nero. É utile mettersi d´accordo con ogni viaggiatore, subito dopo il suo arrivo su quest´aspetto, da evitare, che quest´ultimo dichiari ad un ispettore ufficiale, che sia qui a lavorare, per guadagnarsi vitto e alloggio, invece é il vostro ospite per conoscere l´agricoltura biologica, uno stile di vita sostenibile e per partecipare alla vostra vita quotidiana. Per ció non si stabiliscono orari e giornate di lavoro . Spetta a voi d motivare i vostri ospiti di partecipare alle vostre attivitá agricole.
Per il caso di una visita ispettiva (INPS, INAIL etc.) é sempre utile aver presente in forma cartacea lo statuto WWOOF, le vostre tessere e quelli die viaggiatori. É communque utile comunicare una tale visita al vostro coordinatore di zona e nel caso di conflitto anche al segretariato ed al consiglio-WWOOF. Nel caso di conflitto con un´ufficiale non firmare un verbale, di cui non capite il senso oppure col quale non siete d´accordo.
Nel caso di conflitto con uno viaggiatore : Chiedetelo con gentilezza di trovarsi un´altro oste, e datelo anche tempo sufficiente di trovarlo. Potete sempre chiedere uno consiglio oppure la mediazione del vostro coordinatore di zona. Nel caso grave di malcomportamento dell´ospite segalatelo con n. Tessera e nome al segretariato ed al coordinatore di zona.
Per viaggiatori : (secondo me da tradurre in inglese e da consegnare al socio viaggiatore insieme con la tessera)
É basilare, che il rapporto tra oste e WWOOFer-viaggiatore non é di tipo scambio lavoro per vitto e alloggio, invece ti carattere informativo, tirroncinio e partecipazione. Solo cosi  il vostro oste é   esonerato dal regime del lavoro e non imputabile per lavoro al nero.Quindi non si parla di lavoro e non si possono néanche stabilire orari e giornate fissi di lavoro. Invece si parla della possibilitá di conoscere l´agricoltura biologica, uno stile di vita sostenibile e si partecipa alla vita quotidiana e le attivitá agricole dell´oste. Se venisse uno ispettore ufficiale, rispondete in questo senso.
La vostra quota associativa include una assicurazione infortunea, peró a condizione, che non adoperate motoseghe ne decespuglitori (salvo con filo di nylon) e non guidate mezzi motrici (trattore, motocoltivatore etc).
Se avete concordato una visita e invece avete poi deciso di non venire, segnalatelo in tempo utile al oste.
In caso di conflitto col´oste potete rivolgervi al coordinatore di zona, trovabile sul sito-WWOOF al inizio dell´elenco delle aziende agricole della provincia del vostro oste. Se il conflitto é grave e non risolvibile, informate il coordinatore di zona ed il segretariato. Cé un´indirizzo email lamentele@wwoof.it , creato a posto per segnalare una lamentela – non per punire l´oste, invece per miglorare rapporti tra soci- oste e -viaggiatore nel spirito del WWOOF.

ALLEGATO 2 AMISnet   proposta di progetto da sostenere – Marzia Coronati

Dal 1998 impegnata nel racconto giornalistico di questioni sociali, l’agenzia radiofonica AMISnet si è molte volte occupata di ambiente, sviluppo sostenibile, finanza etica, educazione alternativa. Dalla copertura radiofonica di vertenze dal basso alla partecipazione ai Forum Sociali Mondiali, dalla diffusione di campagne (acqua pubblica, no Muos, no inceneritori) all’indagine su pratiche agricole sostenibili, dal racconto di esperienze virtuose di riciclo e riuso a inchieste sulle grandi multinazionali del petrolio.
Il lungo lavoro di ricerca negli anni ha permesso all’agenzia di godere di una privilegiata rete di contatti tra chi in Italia e nel mondo si batte per un futuro sostenibile. In particolare AMISnet collabora abitualmente con l’associazione Re:common (ex Campagna per la Riforma della Banca Mondiale), il giornale online Il cambiamento, il sito di informazione Comune-info, l’associazione Binario Etico, il gruppo Officine Zero. Ha lavorato, tra gli altri, con l’organizzazione non governativa M.a.i.s., il Centro Internazionale Crocevia, il coordinamento europeo Via Campesina, Aiab, l’associazione Terra Nuova, il Servizio Civile Internazionale.
TERRANAVE
IL  PROGRAMMA
La prima stagione della trasmissione radiofonica “Terranave, percorsi alternativi tra strade sostenibili” è stata realizzata tra ottobre 2012 e giugno 2013.
Forte della rete intessuta negli anni, la redazione ogni settimana ha dato voce a chi nel quotidiano mette in atto buone pratiche e azioni concrete in favore di uno sviluppo sostenibile: agricoltori, insegnanti, urbanisti, ricercatori, calzolai, apicoltori, ostetriche, sono stati tra i protagonisti del programma.
Le trentasei puntate pubblicate in questo primo anno di vita di Terranave sono state quasi sempre realizzate visitando fisicamente i luoghi in cui le buone pratiche prendono vita: trentasei brevi documentari sonori che amplificano la voce di chi spesso lavora nell’ombra. Inoltre ogni settimana la redazione ha scelto un libro a tema e ne ha letti alcuni passaggi nel corso della puntata.
I CONTENUTI
Durante questa prima stagione Terranave si è occupata delle tematiche più svariate, mantenendo alta l’attenzione su pratiche di vita e realtà educative volte a uno sviluppo sostenibile.
Il nostro registratore si è addentrato nei campi e negli orti del territorio italiano, raccontando le esperienze di chi porta avanti un’agricoltura completamente diversa da quella industriale (l’agricoltura sinergica della scuola Emilia Hazelip, il vino biodinamico e senza solfiti, l’apicoltura senza pesticidi, gli orti urbani e autogestiti). Abbiamo acceso i microfoni all’interno di fabbriche recuperate (dalla milanese Rimaflow alla romana Officine Zero). E’ stato dato ampio spazio a numerose esperienze di educazione e di laboratori scolastici alternativi (la scrittura collettiva realizzata nella periferia romana Borgata Finocchio, la storia del Movimento guatemalteco dei ragazzi di strada Mojoca, il lavoro degli educatori del Movimento di cooperazione educativa, le scuole libertarie, i doposcuola negli istituti pubblici autogestiti dai genitori, la ludopedagogia). Abbiamo intervistato quelle realtà italiane che stanno coraggiosamente tentando di ribaltare il modello energetico esistente, offrendo alternative valide all’uso dei combustibili fossili (dall’associazione Etinomia alla Cooperativa Reteenergie). E poi ancora si è parlato di finanza etica, monete complementari, alimentazione, riciclo e riuso, ecovillaggi, cohousing, coworking, car sharing.
LA DIFFUSIONE
La trasmissione, della durata di trenta minuti, è stata pubblicata ogni giovedì sul sito di AMISnet, dal quale è possibile ascoltare e scaricare liberamente il programma.
Quest’anno Terranave è stata trasmessa da sette emittenti locali. Queste le radio e la fascia oraria di trasmissione che è stata rispettata nel corso della stagione 2012/2013:
Radio Popolare Roma  (Roma, 103.3)  domenica 9,30
Radio Flash (Torino, 97.6)  giovedì 20,00
Radio Kairos (Bologna, 105,85) sabato 13,00
Radio Città Fujiko (Bologna, 103.1) domenica 13,30
Radio Indygesta (web radio)
Radio Onda d’Urto (Brescia, Cremona, Piacenza, 99.6) mercoledì 13,00
Radio Ciroma (Cosenza 105,7) martedì 19,30
Saltuariamente la trasmissione è stata diffusa da altre emittenti locali della rete di AMISnet.
I podcast di Terranave sono stati ripresi da molti siti di informazione e blog, tra i vari citiamo Il Cambiamento e Comune-info.
Tutti i podcast delle puntate, affiancati da un testo esplicativo, sono disponibili online consultando il nostro archivio. (http://amisnet.org/terranave/)
LA REDAZIONE
Il programma è curato da Marzia Coronati. Redattrice, documentarista radiofonica, dal 2003 Marzia è impegnata nel racconto giornalistico di temi sociali e ambientali. Dal 2012 è anche socia dell’associazione Wwoof.
Alla trasmissione hanno collaborato: Lianka Trozzi (esperta in benessere naturale) ei redattori radiofonici Andrea Cocco, Ciro Colonna, Fouad Roueiha, Marco Stefanelli. Per la selezione musicale la redazione si è avvalsa più volte della consulenza di Francesco Perugini.
TERRANAVE E WWOOF
Per consentire la più ampia diffusione possibile, Terranave non è in vendita, ma è liberamente ascoltabile e scaricabile dalle radio e dai singoli utenti.
Quest’anno la redazione si è faticosamente auto-finanziata, scommettendo in questo nuovo formato radiofonico. Il successo di questa stagione pilota ci ha spinto a pensare di riaccendere i microfoni a ottobre 2013. Affinchè l’esperimento sia replicabile, abbiamo però bisogno di aiuto.
Sicuri dell’utilità di questo lavoro di informazione, stiamo chiedendo alle realtà amiche un supporto economico, attraverso una quota libera.
Cogliendo la chiamata di Wwoof ad un contributo di idee per progetti di interesse generale, chiediamo anche alla vostra associazione un supporto al progetto.
Il logo di chi vorrà aiutarci con una quota superiore ai 500 euro sarà posto al margine di ogni pubblicazione e il nome sarà citato ogni settimana tra i ringraziamenti. Inoltre Wwoof potrà concordare con la redazione alcune tematiche di particolare interesse per l’associazione, che potranno essere approfondite nel programma. Infine il podcast e il testo allegato di Terranave potranno essere posti sul sito Wwoof.

ALLEGATO 3  Proposte progettuali di Ciro
oltre a continuare a finanziare le reti che gia finanziamo, mi piacerebbe che
si potesse aprire un fondo per organizzare campi scuoli o campi lavoro, in
collaborazioni con altre realta o anche in rete con il territorio, vedi
esperienza informagiovani, si potrebbe dire che mettiamo a disposizione 4000
euro dei 10000 ipotizzati a frinte di presentazioni di esperienze da realizzare
nel anno 2014.
altra cosa che mi piacerebbe anche se non so quanto sia centratto rispetto
alla questie progetti potrebbe essere quella di finanziare acquisti di beni
durevoli che potrebbero poi essere messi a servizio della rete dei soci e non
solo, questo aiuterebbe a fare rete:
vi faccio un esempio:
molti soci fanno risemina e conservazioni di semi antichi (parlo dei
seminativi grano ed affini), ma pochi quasi nessuno ha uno svecciatoi che
faccia pulizia e calibratura del seme almeno nei 300 kilometri a giro da casa
mia, ed abbiamo in zona almeno quattro host che fanno quest’attivita, se questi
soci sonbo d’accordo si potrebbe fare un acquisto al 50% dello strumento con
l’impegno scritto che quell’bene e un bene collettivico e che deve essere a
servizio della rete e del territorio.
so che non è molto chiaro forse ma se puo servire chiamo qualcuno e lo spiego
a voce
si potrebbe poi portare questa macchina in assemblea e dire a i soci
partecipanti di portare i propri semi che li puliamo a latere dell’assemblea.
c

 

proposta di Gianmaria Ferrante, socio host

 Io intendevo un prontuario di tutte le aziende wwoof con i relativi prodotti certificati e magari un codice di accesso per scambi o vendite incrociate tra le stesse aziende; successivamente per Gruppi d’acquisto, infine per soli utilizzatori finali di prodotti bio saltando l’intermediazione di grossisti, negozi, supermercati… Sarebbe un’ottima iniziativa a mio parere.
Potrebbe seguire in futuro anche una piattaforma che raccolga e venda i prodotti dei soci facendo massa critica; io ho avuto spesso richieste da Stati Uniti, Canada, e ora anche Australia; ma la complicazione delle procedure è troppo pesante e onerosa per un singolo produttore e sono costretto come sempre a rinunciare. In ambito  CEE invece non ci sarebbe alcuna difficoltà e vendo tranquillamente.
Pagherebbero tutti molto meno, togliendo forza a chi sta fagocitando il mercato e uccidendo i piccoli.
A disposizione. 
I migliori saluti. 
Gianmaria Ferrante. 
 
proposta di Paolo Ciarimboli, socio host
 
Un eventuale finanziamento all’Istituto comprensivo Binotti di Pergola può essere inteso come “pilota” a livello nazionale, (credo sia unico per livello qualitativo e quantitativo).
Resta inteso il mio impegno a portarvi all’assembea annuale i referenti del progetto e il dirigente didattico stesso visto che lo abbiamo già fatto in occasione di “fa la cosa giusta” a Milano un paio di anni fa.
Al momento siamo riusciti a portare avanti il tutto con 5000 euro all’anno, anche un minore contributo sarebbe ben accetto e vedremo poi noi come organizzarci.
Non sto qui a raccontarvi come la possibile disdetta della fondazione ci ha demoralizzato.
 
Vi dò un pò di numeri su cui ragionare in attesa di una eventuale vostra richiesta di progetto “formale” che potrò far redigere dall’istituto stesso:
  • 13 classi coinvolte che vanno dalla prima elementare alla terza media;
  • 2000 metri quadri di terreno suddivisi in 5 appezzamenti in avvicendamento colturale: erbe officinali e piccoli frutti, cereali, legumi, ortaggi e leguminose da foraggio, (ebbene sì, facciamo anche il fieno).
  • Il cibo prodotto dai ragazzi viene autoconsumato nella mensa scolastica, adiacente il campo, con impressionante soddisfazione dei ragazzi e notevole divulgazione di valori alimentari come la stagionalità.
  • gli scarti della mensa (umido) vengono compostati e forniscono il fertilizzante all’orto completando quel meraviglioso ciclo energetico che va dalla produzione di cibo alla decomposizione organica.
  • il tutto è certificato biologico, (gratis), da un ente con sede in Senigallia, compresa la trasformazione di polenta.
  • molti prodotti coltivati sono da varietà tipiche locali ed in via di estinzione, iscritti anche nell’elenco della biodiversità della regione Marche: fava di Fratterosa, fagioli monachelle, cipolla di Suasa ecc.
  • nel tempo si è data importanza alla coltivazione sperimentale di colture particolari come il riso basmati, lo zafferano, miglio, farro, grano etrusco ecc.
  • Il prodotto trasformato è anche commercializzato dalla istituzione della cooperativa scolastica (scuola media) appositamente formata, dai ragazzi, con tutti i suoi organi statutari.
Inutile dire quali sono stati gli indici di apprezzamento, col tempo, da parte dei genitori coinvolti dall’entusiasmo dei propri figli. E, perciò, la forza divulgativa delle tematiche del biologico, del cibo, della manualità.
Devo solo aggiungere un’altra cosa: alcuni insegnanti mi hanno sorpreso per l’impegno assunto. Non si tratta solo di studiare, prendere informazioni o scaricare da internet intere relazioni sulle, per esempio, consociazioni; si tratta di un impegno fattivo, manuale, …..ZAPPANO !!
A loro va il mio riconoscimento come all’entusismo dei ragazzi coinvolti.
 
La nostra piccola azienda agricola scolastica è aperta a tutti i visitatori e voi siete calorosamente invitati.
 
progetto pooposto da Ilaria
 
LIBERIAMO LE API PER LIBERARCI : THE BE(E) FREE GROUP 
Le api soffrono di inquinamento, morie inspiegabili, varroa.
Ma anche di allevamento intensivo perché sono trattate come macchine da produzione.
Le soluzioni ‘ufficiali’ sono tutte nella direzione di interventi meccanici e chimici sempre più invasivi. 
Così anche i piccoli apicoltori si trovano incastrati: tanto lavoro, tante spese, tanti problemi.
 
C’è un’altra via: dare fiducia alle api, allevandole in piena libertà.
Basta non fare nulla? Non proprio, sopratutto non è più possibile.
Ma ci sono tecniche ‘leggere’ che ci tolgono dalla schiavitù commerciale e sostengono le api nella loro lotta per la sopravvivenza in questi tempi difficili.
 
L’obiettivo è creare una rete di allevatori disposti a lasciare le proprie api libere di:
– sciamare (niente acquisti e nuclei artificiali)
– costruirsi i favi in cera interamente autoprodotta (niente fogli cerei)
– essere se stesse (niente livellamenti o cambi di regine)
– produrre quello che possono (niente nomadismi di produzione)
– mangiarsi il loro miele (niente mangimi – sciroppi – candito)
 
L’apicoltura ufficiale (anche biologica!) soffoca queste modalità perché non portano profitto.
Chi lavora in questo modo non è più cliente di mangimi, fogli cerei, famiglie, regine e di tutto quel mercato che sta intorno alla sofferenza delle api. Quindi non interessa.
 
Dopo alcuni anni di allevamento biologico tradizionale, sto sperimentando da 4 anni questa nuova via e sono davvero contenta.
Abbiamo molti WWOOFER’s interessati proprio alle api: è un mondo meraviglioso e affascinante, ricco di valenze spirituali e scelte di decrescita.
Vorrei creare una rete fra chi lavora così (essenzialmente i biodinamici, ma anche altri) per scambiarci esperienze, prodotti e sostenere chi vuole cominciare. 
 
Il progetto si potrebbe articolare così: 
– tracciare delle linee guida 
– creare uno spazio sul sito WWOOF (blog o altro non saprei…)
– scambio regolare di visite fra allevatori
– diario comune di esperienze con scritti, foto, filmati. ecc.
– incontri in apiario
– scambio di prodotti
 
Essenzialmente trattandosi di un progetto pratico occorre sostenere le spese degli spostamenti.
Io sono disposta ad ospitare e creare dei momenti di riflessione, condivisione, baratto.
Il libro che ho scritto con E. Zagnoli può essere un punto di partenza ma i soldi non sono il problema: lo scambio volentieri con prodotti alimentari, chi vuole può averlo in PDF o fotocopiarsi le pagine che gli interessano.
 
Al WWOOF si chiede il sostegno per: 
– spazio sul sito 
– organizzazione di momenti di incontro 
– eventuale sostegno per le spese di spostamento dei soci che non possono permetterselo
 
 
proposta di Eckhard

(Host di Shivacarao/Comiso/Sicilia)
 
 possiedo un boschetto di bambú gigante (philostacchis bambusoide)
sto preparando un workshop per interessenti la prossima primavera.
Tema é come utilizzare il bambú come materiale edile per costruzioni  e
anche per l´arredamento di casa.
Una parte del workshop e teoretica (la botanica, attributi, sostenibilitá,
trattamento, letteratura, lavori di ricerca..) e l´altra parte é prattica:
una comune costruzione di una cosa per casa (sedile, tavolo o qualcosa del
genere).

Sto facendo adesso un contatto con un esperte che ha giá lavorato su
questo campo. L´obiettivo é la sua participazione a questo workshop.

Che ne pensate?

 

Un Albero nel Cuore di Alessio Riggi

Piantiamo alberi nell’entroterra siciliano, dove i boschi sono statti cancellati e con essi anche le tracce delle piante che li popolavano.

Il risultato è un paesaggio semidesertico vittima della monocoltura del grano.

In questi territori piantiamo alberi, in collaborazione con agricoltori che vogliono riportare la biodiversità nei loro territori ma anche in città o nelle loro prossimità, per sensibilizzare le persone sull’importanza dell’equilibri tra selvatico e coltivato nelle realtà agricole.

Quest’anno pianteremo alberi nelle procince di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Catania.

I volontari, dopo le iniziative sui proprio territori, si incontreranno il primo dicembre a Paternò, dove pianteremo alberi ed arbusti in un luogo abbandonato, dove alcuni giovani cercano ostinatamente di strappare la terra e la natura ai soprosi della mafia (proprio vicino all’azienda di NIRAV).

Gli alberi ci vengono donati dalla forestale, ma ci serve aiuto per le spese legate agli spostamenti di piante e volontari, attrezzature (guanti, stivali,zappe, vanghe, ecc) per i volontari, la creazione di un sito internet, ecc

Spero il WWOOF possa in qualche modo aiutarci.

Buon lavoro e grazie per i vostri sforzi.

Un abbraccio,

Alessio Riggi

 

 

 

 
 
 

 

 

img-1

Pubblicato da Claudio per WWOOF Italia

Nello Staff di WWOOF Italia mi occupo fra le altre cose di comunicazione. Se hai notizie di iniziative o progetti da pubblicare contattami all'indirizzo claudio.pozzi@wwoof.it.

0 commenti

Altre notizie da WWOOF Italia

Loading