Ieri abbiamo dato l’ultimo saluto a Mario.
Eravamo tani, chi da lontano, chi da vicino a dare l’addio a Mario e a circondare d’affetto Isa e i figli: fra i tanti molti giovani a cui Mario ha cambiato la vita, aiutandoli ad aprire gli occhi su se stessi, sulla propria ispirazione, sulla libertà di intraprendere.
Un legame con la terra in cui l’elemento politico e sentimentale si fondono con la ricerca della semplicità, della allegra frugalità dei gesti e delle azioni accompagnata dall’amore per l’abbondanza nella festa e nella condivisione.
Mario è stato un appassionato interprete dello spirito del Wwoofing: ne sono testimonianza le centinaia di Wwoofers giovani e meno giovani che al Finocchio Verde hanno trovato ospitalità e guida nella acquisizione di consapevolezza, spesso anche nella acquisizione di saperi e pratiche che hanno permesso ad alcuni di loro di diventare a loro volta “agricoltori per scelta”.
Nel salutare Mario vogliamo fare gli auguri a Christian e Julien che hanno deciso con coraggio e determinazione di prendere in mano il timone del Finocchio Verde.
Accompagnati dalla sapienza di Isa sapranno tenere accesa l’aspirazione di Mario alla propagazione della cultura e dello spirito della Terra.
Vi regaliamo una lettera che Matteo ha voluto scrivere a Mario nel giorno della scomparsa.
Addio piccolo grande uomo.
In questo momento di dolore, anche se con un assurdo sorriso sulle labbra pensandoti a fare il gesto dell’ombrello a tutti gli Dei, mentre scorrono lacrime sulle mie guance e gli occhi mi s’appannano, ti voglio dedicare queste parole.
Un saluto a te, che con caparbia ci hai indicato la via che dalle periferie asfaltate fugge via, tra monti valli e colline.
Un saluto a te, che con il sorriso sulle labbra sapevi anche incazzarti, eccome!
Un saluto a te e alla cascina che con amore e ostinazione hai costruito, poco alla volta, per lavorare e fare festa.
E un abbraccio a Isabella, che ti ha amato e sostenuto nei momenti magnifici come nella tragedia.
Ricordo i bei tempi passati insieme a parlare, riflettere, insultarci e darci ragione…
Mi piace pensarti felice a scorrazzare nei pascoli celesti, dove forse c’è più erba che su questa terra isterilita.
Quaggiù, invece, toccherà a noialtri continuare a percorrere le strade che dalla miseria metropolitana portano alla dura libertà della vita selvatica.
Con determinazione e rabbia, ma sempre ridendo.
Come sapevi fare tu.
Addio, Mario.
Matteo, Barcellona, 29 marzo 2018
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