La gestione delle sementi nelle aziende agricole. Gli aspetti legali, sanitari, le opportunità e i limiti.

da | Ago 2, 2016 | Comunicazioni dell'Associazione

Capita sembpre più spesso di leggere o di ascoltare discussioni sul tema delle sementi.

Nelle ultimesettimane va per la maggiore il comunicato stampa che Assosementi, l’Associazione dei produttori sementieri ha fatto circolare.

Si tratta come potete leggere direttamente dal sito di Assosementi

http://www.sementi.it/comunicato-stampa/431/sottoscritto-accordo-icqrf-per-combattere-illegalita-settore-sementiero

di un accordo che l’Associazione ha sottoscritto con l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi per combattere le illegalità del settore sementiero.

E’ molto probabile che questo tipo di accordo tragga origine dallo svincolo dei contributi PAC dall’acquisto di sementi certificate, il che facilita gli agricoltori nel ricorrere all’autoproduzione del seme con una conseguente riduzione del giro di affari per chi le sementi le produce per venderle.

Ciò non toglie che le picocle aziende contadine e il movimento biodiverso non debbano alzare la guardia riguardo alle pratiche sempre più diffuse di scambio e cessione di piccole quantità di semente, peraltro del tutto legali.

ARI – Associazione Rurale Italiana fa sentire la sua voce con la pubblicazione di un comunicato dove rivendica il diritto degli agricoltori  a “scambiare e vendere, oltre che seminare e riseminare, le proprie sementi e altro materiale da riproduzione” riconosciuto dal Trattato internazionale sulle risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione.

pdfCS_ARI_Assosementi_ICQRF_e_contadini_26072016.pdf119.91 KB02/08/2016, 06:27

Riguardo ai sistemi sementieri e a ciò che è possibilie fare con le sementi, proprio negli ultimi mesi, Rete Semi Rurali ha pubblicato un opuscolo che cerca di dare informazioni su origine ed evoluzione delle leggi e dei regolamenti ma anche di far luce su quali sono le opportunità che danno ai sistemi di scambio, produzione e vendita delle varietà che interessano i piccoli agricoltori, soprattutto quelli coinvolti in produzioni agricole a basso impatto ambientale e che possono trarre vantaggio dall’utilizzo di varietà locali, o di popolazioni di vecchia o nuova costituzione, in ogni caso non iscritte al registro delle sementi elette.

pdfrgv_opuscolo_web-2.pdf3.33 MB02/08/2016, 06:31

Voglio qui ricordare il grande lavoro svolto nell’ambito della produzione cerealicola con i programmi Coltiviamo la Diversità su scala nazionale e Let’s Liberate Diversity su scala internazionale.

Potete trovare qualche utile indicazione al riguardo nel notiziario pubblicato in occasione della recente campagna,

pdfnotiziario_14_web-2.pdf817.9 KB03/08/2016, 17:43

ma anche in numerosi altri notiziari scaricabili direttamente dal sito di RSR: www.semirurali.net

Ulteriori possibilità di coinvolgimento degli agricoltori nella ricerca di sementi adatte ai loro bisogni sono favorite dai recenti protocolli di intesa che RSR ha stipulato con il Crea di Bergamo per quanto riguarda la valorizzazione delle varietà e popolazioni locali di mais e con il Crea di Monsampolo per quanto riguarda la valorizzazione di varietà locali di ortaggi a partire dai pomodori per arrivare a zucchine, insalate, fagioli ed altro. L’azione fondamentale prevista da ambedue i protocolli è la produzione di popolazioni che sviluppino diversità in modo da permettere la veloce adattabilità delle stesse popolazioni o di eventuali varietà che da esse venissero isolate alle rapide variazioni climatiche in corso.

L’intensa attività di scambio organizzata dai Soci di Rete Semi Rurali è regolamenteta dai 5 punti condivisi.

Stare dentro a quanto descritto vuol dire garantirsi la piena legalità delle azioni di scambio ma non solo: i 5 punti garantiscono la corretta e consapevole diffusione di una biodiversità utile, sana e piena di snso

1 – autoprodotti. Quanto portato in scambio sia di propria produzione o del gruppo con il quale si lavora, senza alcun utilizzo di chimica di sintesi;

2 – reciprocità. L’atto dello scambio si svolga in termini di reciprocità;

3 –  modiche quantità. Le quantità di ciò che si scambia devono essere ridotte: assumono più valore incentivandone la riproduzione, in loco, ciò ne favorisce la conoscenza delle caratteristiche e delle migliori modalità di coltivazione;

4  – informazioni. Come abbiamo sempre affermato la biodiversità agricola non è rappresentata solo dal materiale da riproduzione ma anche dalla conoscenza ad esso associata. Corredare il materiale scambia con informazioni utili alla sua conoscenza è essenziale per indirizzare al primo utilizzo e per la condivisione di informazioni nell’ambito delle reti di scambio;

5 – pubblico dominio. Il materiale scambiato non è soggetto a alcun tipo di proprietà intellettuale in quanto in pubblico dominio. Non si tratta cioè di varietà iscritte ai cataloghi commerciali e tanto la sua riproduzione quanto il suo scambio in modiche quantità può essere considerato atto commerciale ma piuttosto un diritto universale esercitato dalle comunità.

pdflocandina_scambi_2016_web-1.pdf230.93 KB16/08/2016, 20:33

 Una discussione da mantenere aperta, sulla quale può valer la pena fare qualche riflessione e che necessita di approfondimento è quella della legittimità della semina di materiale acuistato come granella, problema caratteristico del settore cerealicolo.

 

Pubblicato da Claudio per WWOOF Italia

Nello Staff di WWOOF Italia mi occupo fra le altre cose di comunicazione. Se hai notizie di iniziative o progetti da pubblicare contattami all'indirizzo claudio.pozzi@wwoof.it o chiama al 3510810820

0 commenti

Altre notizie da WWOOF Italia

Loading